Se state prendendo in considerazione l’idea di concedervi una bella vacanza culturale in inverno, la Sardegna è la destinazione perfetta alle vostre aspirazioni e, nello specifico, la provincia di Oristano rappresenta una soluzione intrigante e affascinante, di solito appena lambita e sfiorata dai grandi flussi turistici di massa ma, proprio per questo, tutta da riscoprire.
L’oristanese, va anzitutto detto, è una meta splendida da visitare anche nella stagione estiva.
Il merito è delle sue vaste e sterminate spiagge non attrezzate, lontane dal caos e dalla calca dei bagnanti e, proprio per questo perfette per allontanarsi dal caos metropolitano e concedersi realmente un’oasi di relax assoluto.
Spiagge perfette per tutti gli interessi e le modalità di turismo balneare: basti pensare a quella di Is Artus di Cabras , una lunghissima distesa di sabbia bianca e acqua cristallina, perfetta per gli sportivi che vogliono praticare jogging sulla spiaggia oppure concedersi una bella nuotata; oppure alla spiaggia di Putzu Idu, caratterizzata da una sabbia morbida e soffice e dagli splendidi fondali bassi, adatti dunque anche a chi non è esattamente un nuotatore provetto; o ancora la spiaggia di San Giovanni di Sinis dove i fondali invece sono ben più profondi, ricchi di coralli, spugne e altre meraviglie della natura, perfetta per chi ama praticare le immersioni subacquee.
Tornando però a concentrarci sul nostro focus iniziale, vale a dire quello della vacanza culturale da concedersi nella stagione invernale, la provincia di Oristano è ricca di splendide e affascinanti testimonianze archeologiche legate alla millenaria storia dell’isola, nonché di interessanti e talvolta anche impegnativi percorsi di trekking, che consentono di vivere il contatto intenso e diretto con la natura incontaminata.
Partiamo proprio da questi ultimi. Uno dei percorsi più suggestivi e senza ombra di dubbio quello che si sviluppa sul monte Arci, un antico vulcano spento circondato dai boschi.
Qui la natura assume un sapore antico e poetico al tempo stesso, e battendo i diversi sentieri che attraversano il monte si ha quasi la sensazione di vivere in un tempo sospeso ed impalpabile.
Il parco naturale del monte Arci si estende attraverso i centri abitati di Villaurbana a nord, Ales ad est, e Marrubiu a sud della provincia di Oristano.
Tra sorgenti, sentieri boschivi e altre forme di vegetazione, il sentiero è ricchissimo di le trebine: pittoresche guglie di roccia vulcanica testimonianti le ultime fasi di attività vulcanica, divenute l’autentico simbolo del Monte Arci, e facilmente raggiungibili sia dal comune di Pau che da quello di Morgongiori.
Proprio nei pressi di Morgongiori, inoltre, è possibile ammirare anche la cava di Conca Cannas, dove è possibile osservare un filone di ossidiana, il rinomato vetro vulcanico generato dal rapido raffreddamento della lava, e divenuto materia prima dell’artigianato locale, capace di produrre monili ricchi di fascino e che ben testimoniano le tradizioni della cultura sarda.
Non solo trekking, natura incontaminata e salubri passeggiate all’aria aperta. I piccoli comuni disseminati tutt’intorno al monte Arci, infatti, sono ricchi di storia, di testimonianze preistoriche, ritrovamenti archeologici e anche opere (relativamente) più moderne, che concorrono ad alimentare l’interesse artistico e culturale intorno a questa splendida porzione dell’isola.
Il territorio che si sviluppa intorno al comune agricolo di Masullas, è tra i più interessanti della zona per quanto riguarda il patrimonio archeologico legato all’età preistorica.
Molto alta la concentrazione di nuraghi presenti nella zona, le affascinanti costruzioni coniche in pietra la cui destinazione d’uso originaria è tuttora incerta, il più famoso dei quali è forse quello di Su Pàra,
Legato allo stesso periodo storico l’interessante villaggio di Santa Maria di Fràus, ricchissimo di testimonianze peculiari proprio delle civiltà nuragiche e prenuragiche: terme, domus de janas e edifici di matrice probabilmente funeraria
Sempre a Masullas, di epoca più recente ma ugualmente ricco di interesse dal punto di vista artistico e culturale, è il Convento Cappuccino di San Francesco.
Edificato nel 1646, per volontà del cavaliere Francesco Simoni, oggi l’imponente complesso monastico è stato riconvertito in centro congressi, ma ospita anche la sede dell’interessante Museo dei minerali del monte Arci.
Lungo il sentiero che da Masullas porta verso il cuore del Monte Arci, si incontra anche il grande centro abitato di Ales.
Se avete del tempo a vostra disposizione per una breve sosta, non perdetevi l’imponente e monumentale Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo.
La Cattedrale occupa una posizione dominante e altamente scenografica, al centro di una vasta piazza terrazzata dalla quale si gode di un panorama invidiabile.
Realizzata nel 1687, in stile prevalentemente romanico, si distingue anche per la bellezza della sua facciata, incorniciata da due campanili gemelli.
Superato Ales, si giunge a Pau, un piccolo e tranquillo paese del parco naturale del monte Arci, rinomato soprattutto per l’ estrazione e lavorazione dell’ossidiana.
Proprio qui, infatti, sorge l’affascinante museo dell’ossidiana, che ospita oggetti e sculture artistiche realizzate col pregiato vetro vulcanico, ma anche interessanti laboratori dov’è possibile assistere a dimostrazioni di come abili artigiani lavorano questo minerale, producendo pietre e gioielli che andranno poi ad adornare (tra l’altro) anche i tipici abiti e costumi che caratterizzano la tradizione e il folklore della Sardegna.